Survey

LA VOLATILITA’ DEI MERCATI PROVOCA CAMBIAMENTI NEI COMPORTAMENTI DELLE INVESTOR RELATIONS SOCIETARIE

Secondo il nuovo survey della Bank of New York Mellon sulle attività di Investor Relations a livello mondiale, le preoccupazioni sul credito stimolano cambiamenti nei contenuti della comunicazione ed incrementano la comunicazione delle società con gli analisti.

Le società, a livello mondiale, stanno orientando diversamente le loro strategie nelle Investor Relations per fronteggiare al meglio la crisi del credito e la forte volatilità registrata negli ultimi 18 mesi dal mercato azionario, che hanno portato ad incrementare la comunicazione con analisti e gestori.

E’ quanto si desume dall’ultimo rapporto annuale Global Trend in Investor Relations della Bank of New York (BNY) Mellon, leader mondiale nell’asset management e nei servizi mobiliari.

Sviluppato come strumento di benchmanking per clienti delle depositary receipts, il rapporto è il frutto di un survey condotto da BNY Mellon in collaborazione con l’US National Investor Relations Institute (NIRI). I risultati si sono avvalsi del contributo di 270 società in 42 paesi ed evidenziano come le società quotate gestiscono le attività di Investor Relations (IR) nell’attuale clima economico, includendo le modalità di accesso all’investitore, la comunicazione e la sua completezza, i rapporti con i brokers, l’approccio al “sell side” e le problematiche dei costi.

Il campione di società che hanno risposto al survey è così ripartito:

a) per capitalizzazione (in USD):
· 7% mega Cap (oltre 25 miliardi)
· 25% large Cap (da 5 a 25 miliardi)
· 31% mid Cap (da 1 a 5 miliardi)
· 26% small Cap (da 150 milioni a un miliardo)
· 11% micro Cap (fino a 150 milioni)

b) per distribuzione geografica:
· 31% Nord America
· 24% Europa Occidentale
· 19% Asia-Pacifico
· 16% EEMEA (Paesi emergenti europei, Medio Oriente e Africa)
· 10% America Latina

Dal rapporto si evidenzia quanto segue:

    • il 90% degli intervistati ha incrementato o ha mantenuto lo stesso livello di comunicazione con analisti ed investitori a causa dell’aumento della volatilità del mercato negli ultimi 18 mesi. Più della metà degli intervistati ha dichiarato di aver implementato la comunicazione;
    • le società finanziarie sono state quelle che maggiormente hanno incrementato la comunicazione (67%) rispetto alle società degli altri settori. Le stesse società finanziarie hanno dichiarato, nel 65% dei casi,di aver anche modificato l’orizzonte temporale di prospettiva sul business;

 

  • l’attenzione principale degli analisti nel 2008 ha riguardato le preoccupazioni sul credito (66%) seguita dalla prospettiva temporale sul business (50%) e dal contenimento dei costi (50%);

 

 

  • il Nord America è stata la regione nella quale le preoccupazioni sul credito hanno maggiormente prevalso (73% dei casi), seguita dall’Europa Occidentale (70%) e dall’area Asia-Pacifico (54%);

 

 

  • l’89% delle società intervistate partecipa ad incontri con gli hedge-funds avvalendosi dell’intermediazione dei brokers. Il 52% di queste società dichiara che la tipologia di hedge funds incontrati è ritenuta adeguata, sia in termini di dimensione societaria e di stile di investimento, mentre il 21% delle società sostiene che i brokers procurano loro incontri con fondi troppo piccoli o troppo aggressivi o con turnover troppo elevato. Il 27% degli intervistati dichiara di non conoscere, o di non avere sufficienti informazioni, per dare un giudizio sulla qualità dei managers degli hedge-funds;

 

 

  • soltanto la metà delle società del settore finanziario, che hanno preso parte al survey, hanno l’abitudine, per politica interna di redigere un documento scritto sulla gestione della crisi, rispetto ai due terzi delle società del settore energetico che lo producono. In termini geografici, il 60% delle società appartenenti alle aree Asia-Pacifico, America Latina, Est-Europa e Medio Oriente non redigono programmi di comunicazione scritti sulla gestione della crisi, mentre il 52% delle società dell’Europa Occidentale ed il 46% delle società nord-americane lo producono;

 

 

  • il 47% degli intervistati ha dichiarato di avere un budget per le IR compreso tra 250.000 ed un milione di USD, mentre per il 21% il budget supera il milione di USD;

 

 

  • a livello mondiale gli Stati Uniti rappresentano la destinazione maggiormente frequentata per i roadshows, coprendo il 52% del tempo complessivo ad essi dedicato. Non considerando le risposte delle società nord-americane, gli Stati Uniti rappresentano comunque la destinazione principale, occupando il 36% del tempo dedicato ai roadshow dalle rimanenti società (in crescita rispetto al 32% del 2007);

 

 

  • le società statunitensi sono poco propense ad organizzare roadshow al di fuori del loro mercato: il 93% dedica le proprie attività al mercato interno e le aziende restanti prevalentemente si orientano sul mercato UK;

 

 

  • nei due terzi dei casi agli incontri con analisti ed investitori partecipa il senior management delle società, mentre nel 51% dei casi gli incontri vedono la presenza sia del senior management che dell’IR. Il comportamento cambia nelle mega e large cap, nelle quali il team delle IR partecipa alla totalità degli incontri e li conduce da solo nel 65% dei casi (mega) e nel 47% (large);

 

 

  • circa il 70% degli intervistati è al corrente del conflitto di interesse riguardante i brokers a causa della loro attenzione primaria verso le commissioni di intermediazione. Ciò nonostante, in media, il 73% degli intervistati dichiara di avvalersi dei brokers e, in generale, delle strutture sell side per l’organizzazione degli incontri;

 

 

  • per il 2009 gli intervistati delle mega cap cercheranno di incrementare l’accesso agli investitori avvalendosi di più del team interno alle loro IR (40%) o delle strutture della loro banca depositaria (35%);

 

 

  • il 45% degli intervistati ha dichiarato che la qualità delle ricerche sell side sulle loro società si è attestata allo stesso livello dei due anni precedenti, mentre il 24% ha evidenziato un calo della qualità.

 

Il survey evidenzia inoltre:

tre obiettivi principali perseguiti dalle strutture di Investor Relations per il periodo 2008-2009:
1) efficacia della disclosure nella comunicazione (51%);
1) maggiore partecipazione ai processi decisionali e strategici della loro società (34%);
3) diversificazione della base dell’azionariato (33%);

e tre variabili per monitorare l’efficienza di una struttura di Investor Relations:
1) feedback informali provenienti dalla comunità finanziaria (55%)
2) utilizzo più efficiente del tempo del senior management (43%)
3) numero degli incontri one-on-one con la comunità finanziaria (36%)

Il rapporto completo è disponibile on-line su www.bnymellon.com/dr.

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Fonte: The Bank of New York Mellon Corporation (estratto) 2 febbraio 2009
Traduzione e sintesi a cura di Nicola Fiore, Associate Partner Polytems Hir

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Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 30 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication.

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