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DAL LONDON STOCK EXCHANGE GROUP LE BEST PRACTICES SUL REPORTING “ESG”

Il 9 febbraio scorso Polytems Hir ha partecipato alla presentazione, presso la sede del  London Stock Exchange Group, della guida “Revealing the full picture – Your guide to ESG reporting” sulle best practices di reporting volontario dei fattori ambientali, sociali e di Governance (ESG) il cui obiettivo è quello di indicare alle società emittenti come integrare i fattori di sostenibilità nei sistemi di reporting aziendali e nella comunicazione agli investitori. Oggi questi  fattori rappresentano una nicchia di interessi comuni tra investitori, banche,  brokers e consulenti di investimento, cosicchè gli investitori che analizzano abitualmente informazioni sulle performance ESG, così come le altre informazioni strategico-finanziarie, possano meglio comprendere le prospettive future delle singole aziende.

La guida, rammenta innanzitutto alle aziende che  gli investitori worldwide sono già sensibili e coinvolti sui temi relativi alla sostenibilità, e si pone gli obiettivi di aumentare la consapevolezza delle imprese sulla necessità di comunicare agli stakeholders informazioni ESG, di assistere gli emittenti e gli investitori ad orientarsi nel complesso panorama del reporting ESG, di agevolare il dialogo sui fattori ESG tra emittenti ed investitori, così come di promuovere il consolidamento di sistemi di reporting standard a livello mondiale con i quali aiutare gli investitori a formarsi decisioni di investimento più consapevoli alla luce anche dei temi relativi alla sostenibilità.

L’informativa ESG (Environmental, Social and Governance) deve essere contestualizzata in una più ampia condotta etica ed economica dell’azienda che vive ed opera in un contesto socio-economico locale e globale,  evitando così che la sua comunicazione sia ridotta unicamente ad un modello di analisi finanziaria sul quale poter misurare la società, le sue strategie ed il suo business plan. Per questo è necessario allinearsi a quelli che sono gli standard internazionali che richiedono coerenza con il business model  e confrontabilità tra le aziende, bisogna andare oltre l’informativa obbligatoria, aprendosi di più attraverso una maggiore comunicazione volontaria, che oggi deve considerare anche elementi relativi a temi quali l’ambiente, la cultura aziendale, la governance,  i rapporti con i temi dello sviluppo sostenibile, dei diritti umani, etc.. argomenti sui quali gli investitori globali sono già da tempo sensibili. La comunicazione integrata consente quindi di allineare gli interessi degli investitori e delle imprese. Le aziende devono poi dichiarare molto chiaramente quali sono i rischi di impresa e come questi sono gestiti. Il reporting ESG non è soltanto un documento ad esclusivo uso delle grandi aziende ma per le aziende di tutte le dimensioni perché contribuisce ad aiutare gli investitori ad effettuare investimenti in modo più consapevole alla luce di rilevanti informazioni che riguardano i fattori relativi alla sostenibilità di lungo periodo. Tale documento vuole essere una guideline per quegli investitori che richiedono un approccio aziendale più coerente nella informativa ESG, che oggi rappresenta un elemento fondamentale di trasparenza per creare valore nel lungo termine.

Tra i framewok, la guida ESG  indica inoltre i  17 Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite definiti nell’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile e le raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures del Financial Stability Board’s (FSB), che si ritiene avranno nei prossimi decenni un impatto significativo sui sistemi globali di reporting e di comunicazione e che tali elementi potranno ricoprire un significativo ruolo nel processo di armonizzazione globale per la misurazione dei fattori ESG a beneficio degli emittenti e degli investitori.

Otto sono i temi principali definiti dal LSEG che le aziende dovrebbero considerare nel reporting ESG:

  1. Come i fattori della sostenibilità impattano sulla strategia e sul modello di business
    Gli investitori vogliono sapere come gli emittenti faranno fronte nel tempo ai macro trends economici quali il cambiamento climatico, demografico e tecnologico, nonché agli sviluppi politici. Un certo numero di investitori globali tra i più grandi del mondo hanno allocato capitali su aziende che traggono vantaggio dalla transizione alla low carbon economy e vogliono proteggere i loro portafogli  contro danni derivanti da rischi  ambientali, sociali ed amministrativi.  Le singole aziende devono spiegare la rilevanza dei fattori ESG nel loro business model e nelle strategie, come esse si posizionano rispetto a tali tematiche, come possono beneficiare da tali elementi, e come  gestire e mitigare i rischi associati a questi temi.
  2. Le “informazioni ESG rilevanti” per gli investitori
    Per comprendere le prospettive di lungo termine di un’azienda, gli investitori concentrano la loro attenzione sui temi che ritengono maggiormente rilevanti o “material” per ogni singolo business. Le aziende devono spiegare come fattori quali la legislazione, il danno reputazionale, le azioni legali, il turnover dei dipendenti, le licenze ad operare, le relazioni con gli stakeholders, etc. possono influenzare le strategie di business, e le relative performance finanziarie ed operative. Naturalmente differenti investitori possono avere interessi e scelte diversi su tali argomenti ed è quindi fondamentale comprendere quali sono le informazioni di interesse del singolo investitore. E’ pertanto auspicabile per le aziende anche conoscere come gli industry peers trattano e riportano tali informazioni.
  3. Dati “Investment grade”, caratteristiche essenziali
    Le informazioni sui dati ESG che gli investitori possono chiedere di utilizzare nei processi decisionali di investimento devono essere completi, coerenti, attendibili, comparabili e trasparenti. I dati devono anche essere allineati agli standard utilizzati a livello internazionale così che possano essere più facilmente comparabili, e l’azienda dovrebbe poter offrire agli investitori una visione con scenari sia positivi che negativi della propria performance.
  4. Framework globali. I più importanti ESG Reporting Standards.
    Per le aziende che non hanno familiarità con gli ESG gli standard internazionali, la struttura ed il volume dei dati  può sembrare schiacciante. Ma anche per gli emittenti più esperti può costituire una sfida  individuare, gli indicatori e gli standard considerati maggiormente rilevanti per i loro investitori.  Gli indicatori maggiormente citati dagli investitori (senza un preciso ordine) sono gli indicatori emessi dalle seguenti organizzazioni, che da decenni lavorano su questi temi: Global Reporting Initiative (GRI), International Integrated Reporting Council (IIRC), Sustainability Accounting Standards Board (SASB), UN Global Compact, the CDP (formerly the Carbon Disclosure Project),  Climate Disclosure Standards Board, ed il FSB Task Force on Climate-Related Financial Disclosures. FTSE Russell ha consolidato indicatori da differenti standard globali e sviluppato un Exposure Framework, che identifica indicatori applicabili a differenti tipologie di aziende basati sulla presenza geografica e sull’industry.  
  5. Format di reporting
    Le aziende possono comunicare le informazioni ESG nel loro Annual Report, attraverso un Report sulla sostenibilità separato o un Report Integrato con approfondimenti più o meno ricchi sulla strategia aziendale in relazione con l’ESG. Gli emittenti devono assicurare che le informazioni ESG siano rilevanti per gli investitori  e di qualità per la formazione di una opinione di investimento da parte dell’investitore mettendo in evidenza la rilevanza strategica delle informazioni ESG sul business dell’azienda. E’ ancora poco chiaro quale di questi format sia più utile per gli investitori.
  6. Normativa e comunicazione agli investitori
    Negli ultimi anni, la quantità di regolamenti per il reporting ESG è notevolmente aumentata costituendo un problema sia per gli emittenti, sia per gli investitori poiché le autorità di regolamentazione nei diversi Paesi richiedono obblighi di reporting e standard differenti. Come risultato di questo oltre l’80% delle maggiori economie mondiali per GDP nel 2016 ha redatto i reporting ESG sui Form10k . Una regolamentazione ben articolata può aiutare gli emittenti e gli investitori a costruire dati coerenti ed affidabili ed a focalizzarsi sui dati ESG chiave. Le aziende devono guardare alla regolamentazione come ad un punto di riferimento da cui trarre spunto per il reporting dei dati. Tuttavia, anziché avere un approccio minimo relativo alla conformità della norma, bisogna guardare alle richieste regolamentari come ad una opportunità per sviluppare  un approccio di reporting indirizzato all’investitore. E’ molto importante che, come parte integrante del processo di reporting, l’azienda venga richiesta di produrre,  indentificare e riferire su quali sono gli indicatori ESG che la stessa impresa identifica come più rilevanti.
  7. Reporting dei ricavi “green”
    Le informazioni che attualmente consentono agli investitori di identificare i ricavi e la crescita degli emittenti imputabili a prodotti e servizi “green” sono estremamente limitate. Gli emittenti dovrebbero proattivamente comunicare la propria esposizione ai prodotti e servizi green che consente la transizione all’economia a bassa riduzione di emissioni di carbonio. Per fare ciò è necessario identificare la parte del business che produce prodotti o servizi che considerano buone soluzioni per l’ambiente, quantificare i fatturati derivanti da questi e discutere su come gli investimenti in innovazione, R&S guideranno la crescita e lo sviluppo futuro  dell’ azienda.
  8. Debt finance
    L’interesse degli investitori sta considerevolmente crescendo anche su operazioni ESG a reddito fisso di cui riconoscono rischi ed opportunità.  Inoltre, con la crescita del mercato obbligazionario “green”, gli investitori sono interessati anche ad operazioni di finanziamento collegate a specifiche attività e progetti che generano benefici all’ambiente. Gli emittenti possono anche considerare l’emissione di green bonds come una nuova fonte di accesso al capitale di rischio. Tuttavia questo richiede un certo numero di elementi da soddisfare. Gli emittenti devono assicurare che i ricavi siano totalmente indirizzati verso progetti green, che ci siano criteri chiari per la selezione e valutazione dei progetti, che gli utili siano unicamente utilizzati per progetti green e che le informazioni sull’utilizzo dei ricavi siano pubblicate con regolarità.
Questi i temi che oggi  impattano sulla valutazione del business model delle aziende per la verifica della loro sostenibilità  nel tempo. Questi i temi sui quali i grandi fondi investono molto denaro nell’analisi dei processi valutativi che, per gli investitori worldwide,  diverranno sempre più importanti nel tempo per ridurre i rischi di investimento.
Source: Revealing the full picture. Your Guide to ESG Reporting, London Stock Exchange Group

AIAF: www.aiaf.it/osservatorio-esg-10

 

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Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 30 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication.