fidia-italia

CAVALCARE LE INVESTOR RELATIONS: INTERVISTE SERIALI. MASSIMILIANO PAGNONE, DI FIDIA SPA

 “Fare, Saper Fare, Far Sapere” un mantra che associa hard e soft skills, e soprattutto essere sempre preparati e studiare!

Massimiliano Pagnone, CFO ed Investor Relations Officer di FIDIA Spa, società quotata al segmento STAR di Borsa Italiana con una market cap di circa 29 milioni di €.

Da un anno nelle Investor Relations, Massimiliano ha maturato la sua esperienza professionale in società internazionali di differenti settori industriali. Da Maggio 2015, Chief Financial Officer ed IRO di Fidia Spa, tra le società leader a livello mondiale nei sistemi di fresatura ad altra velocità e controlli numeri per sistemi di fresatura per l’Automotive e l’Aerospace. Precedentemente è stato analista finanziario in Arthur Andersen ed ha ricoperto i ruoli di Controller in Alenia, Project Controller in Comau, CFO in OIGRA Meillor e Finance Manager e Plant Control in Federal-Mogul.

1. Cosa ha ispirato il suo ingresso nel settore delle Investor Relations?

Sono relativamente giovane in questo ruolo, e sono arrivato alle Investor Relations da appena più di un anno e per caso. La funzione era legata al ruolo di CFO per il quale fui selezionato, e sono stato quindi molto impegnato a coprire il gap di conoscenze tecniche necessarie e curioso nello scoprire day by day quanta complessità e preparazione è insita nel ruolo. Cerco di migliorare ogni giorno imparando da ogni esperienza.

2. Quali pensa che siano gli skills più importanti per un IRO?

L’Investor Relator è la parte visibile dell’azienda più vicina ai mercati finanziari, il front man di una squadra di manager che lavora per rendere l’impresa più comprensibile al mercato. Le esigenze e le “lunghezze d’onda” sono differenti, i mercati sono reattivi e attendono risultati ben scanditi, che non sempre coincidono con le ricadute delle decisioni strategiche aziendali. Avere in qualche misura competenze tecniche, per comprendere i processi aziendali, e comunicative per spiegare tali processi all’esterno, è indispensabile.

3. Cosa le piace di più del suo lavoro?

Come uomo di finanza, ho sempre creduto nell’ importanza della “giusta narrazione”, nell’arricchimento del proprio percorso professionale, così come nella gestione quotidiana delle dinamiche umane. “Fare, Saper fare,  Saper far fare, Far sapere” (citazione riferita spesso ad Olivetti) è un mantra che mi è sempre piaciuto rammentare, che associa le conoscenze tecniche (hard skills) alle capacità manageriali e comunicative (soft skills). L’ultimo passaggio spetta senza dubbio all’Investor Relator. Quello dell’IRO non è un lavoro che si impara leggendo un manuale, ma ci si può certamente arrivare unendo competenze ed esperienze diverse. Sono un uomo con un background manageriale economico, ma sono anche mediatore e conciliatore professionale, e non ultimo per importanza, padre di tre figli: tutto ciò può venire in aiuto alla medesima maniera! E’ questo che mi piace del mio lavoro.

4. Cosa fa per rilassarsi dalla pressione causata dall’essere un IRO costantemente alle prese con i mercati finanziari?

Sarò banale, ma io corro. Corro sulla distanza della mezza maratona e corro qualche trail in salita. La fatica obbliga a sviluppare la capacità di concentrazione, senza la quale il corpo non accetta di sottoporsi a tali sforzi. Bisogna avere un obiettivo, sempre! Ed il mio è correre la mia prima maratona entro il 2016. Potrei anche aggiungere  che pratico il golf, ma in realtà sono solo poco più di uno «scavatore» di zolle, quindi lo cito solo per scherzo.

5. Che consigli per lo sviluppo professionale può suggerire a chi intraprende questo lavoro?

E’ un lavoro in grande mutamento, che segue le esigenze informative dei mercati, le mutate regolamentazioni e la necessità di valorizzare i risultati aziendali, sempre più difficili da ottenere nell’ attuale contesto economico e competitivo. E’ un lavoro che richiede una predisposizione personale, che può però essere valorizzata e rafforzata. Consiglio di studiare, di partecipare ad associazioni di categoria e di ascoltare molto chi sa già di più e da più tempo.

6. Qual’ è il cambiamento più rilevante che ha visto nel settore delle Investor Relations da quando è iniziata la sua carriera?

Il cambiamento principale è la difficoltà nel fare emergere le notizie specifiche in un perdurante contesto di volatilità spinta, con variabili esogene che possono fortemente deprimere o eccitare il mercato. Nei giorni in cui scrivo l’esito del referendum «BREXIT» ha dato prova di poter «ricoprire» ogni eventuale notizia di segno opposto, per cui anche la corretta scelta del timing di comunicazione diventa basilare.

7. Qual’ è la lezione professionale più importante che ha imparato nella sua vita professionale?

Sii pronto e studia! Non sai mai quando la conoscenza ti sarà necessaria, ma di sicuro aggiornandoti sarai preparato. L’unico colpo che non andrà mai in buca è quello corto!

8. Ci racconta qualcosa di insolito che le è capitato come Investor Relator?

Ho l’abitudine di rispondere personalmente alle mail degli investitori che chiedono notizie sull’ azienda, ma quella volta che un investitore mi ha chiesto di controllare che Borsa Italiana non agisse esplicitamente contro di lui, beh lì ho avuto il timore di essere su Candid Camera.

9. Ci dica qualcosa a proposito di una situazione stimolante con cui ha avuto a che fare e come è stata affrontata.

In occasione di una conferenza con gli investitori alla Borsa di Milano, si è deciso all’ ultimo momento di partecipare ad una presentazione pubblica, senza aver concordato il «canovaccio» per motivi di urgenza. Mi ha aiutato pensare a quanto appreso scrivendo la mia tesi: «less is more», e quindi via tutti i passaggi inutili e concentrazione su ciò che si conosceva bene; di nuovo la sintesi è stata «be ready

10. Cosa vorrebbe dire ad un giovane professionista che sta considerando l’idea di entrare nelle Investor Relations?

La reputazione è un oggetto fragile e prezioso, difficile da creare, veloce da perdere e di tutto ciò che viene detto resta traccia ai giorni nostri. Quindi NON dare mai per certe, cose delle quali non si è certi, ed evitare di usare la fantasia perché più lontani si è dal conosciuto e più alto è il rischio di dire chiaramente una cosa sbagliata. Parafrasando in libertà Oscar Wilde:  «A volte è meglio tacere e sembrare non completamente preparati, che aprir bocca e togliere ogni dubbio.»

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 30 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication.