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CAVALCARE LE INVESTOR RELATIONS. INTERVISTE SERIALI: FABRIZIO ARMONE DI ANIMA HOLDING

Passione per i mercati finanziari, un bagaglio di hard e soft skills, non sentirsi mai arrivati e soprattutto lasciar libera la poltrona quando arriva il momento.

Fabrizio Armone, Head of Investor Relations di Anima Holding SpA, società quotata all’MTA di Borsa Italiana con una market cap di 2.4 miliardi

Da 16 anni nelle Investor Relations Fabrizio ha maturato la sua esperienza in diverse società internazionali di differenti settori industriali. Da Marzo 2014, Head of Investor Relations in Anima Holding SpA,  il principale Asset Manager indipendente in Italia  con oltre 63 miliardi di patrimonio gestito  e circa 1 milione di clienti. Precedentemente, per oltre 7 anni,  ha ricoperto il ruolo di Head of Investor Relations di Azimut Holding SpA ed ancor prima quello di Investor Relations Manager di Cardnet Group SpA.

1. Cosa ha ispirato il suo ingresso nel settore delle Investor Relations?

La passione per i mercati finanziari e nello specifico la natura “interdisciplinare” delle IR, che richiedono diverse competenze e che per questo sono un settore che fornisce molti stimoli di crescita professionale e personale

2. Quale pensa che siano gli skills più importanti per un IRM?

L’elenco potrebbe essere molto lungo, fra le hard skill sicuramente imprescindibile una ottima conoscenza della formazione e analisi di un bilancio, competenze giuridiche e di comunicazione integrata. Fondamentali a mio avviso anche le lingue straniere (non solo l’obbligatorio inglese) che sono un veicolo per capire anche come interfacciarsi meglio a livello comunicativo con investitori stranieri, che costituiscono la maggioranza dei casi per una Midcap italiana.

Non meno importanti le soft skill, creatività e comunicatività, una spiccata predisposizione ai rapporti interpersonali e grande flessibilità unita a senso pratico e attitudine alla pianificazione. Non da ultimo, la volontà di dedicare buona parte del proprio tempo a viaggi e trasferte: un IR che passa troppo tempo in ufficio probabilmente non sta lavorando come dovrebbe

3. Cosa le piace di più del suo lavoro?

Mi piace il fatto che non ci si può mai sentire “arrivati”, come tutti i mestieri basati sulle relazioni e la reputazione bisogna continuare a crescere giorno dopo giorno senza dare nulla per scontato. Questo può essere vissuto da taluni come una fonte di stress, per me invece è lo stimolo a coltivare la propria curiosità per quello che ci circonda, per reinventarci le giornate lavorative e quindi, in ultima analisi, proprio il miglior antidoto a noia e stress

4. Cosa fa per rilassarsi dalla pressione causata dall’essere un IRM costantemente alle prese con i mercati finanziari?

Devo premettere che ho una grossa fortuna: quando chiudono i mercati riesco, un minuto dopo, a fare il vuoto mentale e se ne riparla alla riapertura il giorno successivo. Quando non sono in viaggio per lavoro appena finisco di lavorare posso coltivare i miei interessi e godermi appieno il tempo libero

5. Che consigli per lo sviluppo professionale può suggerire a chi intraprende questo lavoro?

E’ un lavoro bellissimo che io consiglierei a chi cerca una attività che, fra le tante aree di ripetitività (come tutti) offre molteplici occasioni di rompere la monotonia. Anzi, ma quale monotonia nel fare IR? Consiglierei quindi di cercare sempre nuovi angoli per vendere la propria equity story, e non perdere mai di vista i trend di mercato e la concorrenza; e osare proporre nuove idee perché siamo a tutti gli effetti dei venditori, ma di buona merce sul mercato se ne trova parecchia e quindi… bisogna valorizzare al meglio il proprio prodotto

6. Qual’è il cambiamento più rilevante che ha visto nel settore delle Investor Relations da quando è iniziata la sua carriera?

Come in molti altri settori è cresciuto molto il tempo da dedicare agli adempimenti regolamentari e ai continui aggiornamenti in materia; una parte sicuramente poco gratificante ma fondamentale. Credo si sia anche modificata la percezione della funzione IR sia all’interno delle società quotate che fra i gestori che non considerano più l’IR “la valletta” della comunicazione al mercato ma apprezzano il fatto che possa fornire angolazioni diverse a quelle del senior management: sempre di più ultimamente il ruolo dell’IR si sta avvicinando a quello di un sell-side

7. Qual’è la lezione professionale più importante che ha imparato nella sua vita professionale?

Non dare nulla per scontato; fare di questa apparente mancanza di certezza il proprio punto di forza

8. Ci racconta qualcosa di insolito che le è capitato come Investor Relator?

In due occasioni mi è capitato durante un incontro one to one che il gestore con cui parlavo si sia praticamente assopito di fronte a me: intendo dire proprio occhi chiusi, capo che lentamente reclinava fino a un repentino risveglio (la prima volta era un analista pachistano e la cosa era resa ancora più evidente dal movimento del turbante che aveva in testa)… in entrambi i casi stavo spiegando il tax rate della società, quindi mi sembra di capire di non essere il solo a trovare poco “sexy” la parte fiscale del bilancio

9. Ci dica qualcosa a proposito di una situazione stimolante con cui ha avuto a che fare e come è stata affrontata

Come dicevo le situazioni stimolanti sono decisamente comuni, soprattutto se lo stimolo deriva dal fatto di non accettare i tanti fattori esterni come ineluttabili ma solo come il vento per un velista. Può cambiare all’improvviso direzione, può cessare o riprendere impetuoso, bisogna sempre essere pronti

10.  Cosa vorrebbe dire ad un giovane professionista che sta considerando l’idea di entrare nelle Investor Relations?

Sei un privilegiato caro nuovo collega, perché il nostro è un mestiere bellissimo e unico ma che per sua natura soprattutto in Italia ha pochi posti di lavoro disponibili quindi sii consapevole di questo privilegio e trasformalo in virtù. E quando un giorno dovessi accorgerti che non hai più nulla da dire o da dare e che stai solamente scaldando la sedia… lasciala libera per chi ancora ha entusiasmo e voglia di crescere

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Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 30 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication.